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Fotovoltaico:conviene davvero?

Conviene ancora il fotovoltaico? Vale la pena investire in questa forma di energia alternativa nel 2016? E’ la domanda che molti consumatori si pongono: gli incentivi, purtroppo, sono finiti e la detrazione fiscale non c’è più almeno se consideriamo i lavori come efficientamento energetico. Si può dire che il “periodo d’oro” è terminato nel 2013: dal 2000 in poi chi ha provveduto ad installare i pannelli fotovoltaici ha fatto una scelta molto saggia perché in molti casi la spesa effettiva è stata davvero bassa. Oggi, purtroppo, non è più così: gli incentivi, infatti, valgono soltanto per il solare termico, cioè per i pannelli solari fotovoltaici che riscaldano l’acqua. Anche in questo caso, però, bisogna far presto perché la detrazione del 65% termina alla fine il 31 dicembre 2016, salvo proroga, scendendo al 36%.

Si prospetta un altro anno molto interessante per il fotovoltaicoresidenziale, grazie ad una serie divantaggi che rendono sempre più conveniente l’ investimento.

• I costi dell’investimento sono moltoridotti, un impianto costa meno della metà rispetto a qualche anno fa e la tecnologia è più evoluta.

• Risparmio economico: negli ultimi dieci anni il costo dell’energia è aumentato del 50% circa, ed è destinato a salire ulteriormente.

• Riduzione delle emissioni: il fotovoltaico è alleato dell’ambiente, perché permette di risparmiare 1.645kg di CO2 l’anno.

• Massima resa: i nuovi impianti assicurano una durata e una resa di gran lunga superiori rispetto alla media (con un rendimento energetico che può raggiungere il 92,6% dopo 10 anni e l'83,6% dopo 25 anni), con un impegno sulla manutenzione comunque minimo.

• Semplificazione delle procedure: per impianti fino a 20kwp, la procedura è stata molto semplificata attraverso il Modello Unico. Il procedimento semplificato che si conclude entro 60 giorni dal ricevimento dell'istanza.

• Detrazioni fiscali: gli impianti solari realizzati sul tetto dell’abitazione, così come qualsiasi altra ristrutturazione edilizia, beneficiano delle detrazioni fiscali al 50% fino a un totale massimo di 96.000 Euro per singola unità immobiliare. Di fatto si dimezza il costo dell'investimento perchè si ottiene il rimborso della metà in 10 rate annuali di pari importo.

Attualmente gli impianti fotovoltaici residenziali più diffusi sono quelli costruiti seguendo la logica dello scambio sul posto: si immette in rete l’energia prodotta non immediatamente consumata per prelevarla in un altro momento della giornata, ad esempio la sera, quando tutti i membri della famiglia sono in casa e vi è un maggior fabbisogno energetico. 
Un impianto fotovoltaico, oltre a garantire un effettivo risparmio economico, diventa ancora più vantaggioso se permette di accumulare l’energia prodotta e di poterla utilizzare quando serve, grazie ai nuovi sistemi di accumulo. Inoltre se si combinano sistemi di accumulo e pompa di calore l’investimento è ancora più efficace. 

Cosa sono i sistemi di accumulo

Un sistema di accumulo per il fotovoltaico è un insieme di batterie in grado di stoccaretemporaneamente l’energia prodotta dai pannelli fotovoltaici e non immediatamente consumata. Stoccando l’energia di giorno, quando l’impianto produce, la si rende disponibile per la sera e per la notte, quando l’impianto non produce e si hanno i maggiori consumi elettrici domestici. 

Il sistema di accumulo permette di ridurre i prelievi di rete e tutti i costi accessori ad essi connessi.

I principali benefici economici di un sistema di accumulo sono:

• aumento dell’energia autoconsumata. L’autoconsumo è infatti sempre la modalità di utilizzo dell’energia di maggiore convenienza;

• riduzione istantanea dell’energia prelevata dalla rete per i propri consumi;

• riduzione immediata della bolletta elettrica;

• maggiore indipendenza e autonomia dalla rete elettrica.

I sistemi di accumulo, considerati la nuova frontiera del fotovoltaico domestico, stanno diventando sempre più  accessibili. In questo modo l’impianto si autoalimenta perché laquota eccedente di energia prodotta non viene ceduta alla rete ma immagazzinata.

Quanto si può risparmiare con i sistemi di accumulo

La risposta non è univoca perchè, dipende da un elemento fondamentale: il costodelle batterie 
Più si aumenta l’autoproduzione e l’autoconsumo più si risparmia sui costi di rete. Quando si acquista energia elettrica dalla rete, infatti, si pagano parecchi costi fissi legati alla distribuzione, agli oneri, alle imposte, ecc…
Il principale vantaggio dell’autoconsumo è proprio quello di “creare” energia ad un costo inferiore del 30/40% rispetto al suo acquisto in rete.
il problema non è la produzione, ma rendere disponibile l’elettricità autoprodotta nelle ore in cui il fotovoltaico non produce. Per questo motivo i sistemi di accumulo, che utilizzano batterie, ottimizzano al meglio l’investimento fotovoltaico riducendo i prelievi di rete. 
Uno studio di Anie-Energia ha elaborato alcune stime di risparmio economico.
Nell’analisi è stato considerato un impianto fotovoltaico da 3,3 kw che produrrebbe 4.200 kwh/anno e un sistema di accumulo in grado di garantire una capacità complessiva di 7 Kwh/giorno.
L’installazione di un sistema di accumulo da 7 kwh/giorno potrebbe incrementare i benefici di circa l’84% rispetto alla classica situazione senza fotovoltaico. Il sistema di accumulo è in grado di garantire una totale indipendenza dalla rete elettrica per circa il58% dell’anno e aumentare la quota di autoconsumo fino ad oltre il 70%.
In questo modo il fotovoltaico con il sistema di accumulo garantirebbe risparmi per circa 1.000 euro l’anno sulla bolletta elettrica, senza considerare incentivi e detrazioni fiscali. 
Le opportunità di risparmio sono legate anche all’utilizzo dell’energia prodotta e alla modifica delle proprie abitudini in casa: usare gli elettrodomestici nelle ore di massimo irraggiamento solare e affiancare al fotovoltaico pompe di calore e pannelli radianti apavimento consente di innalzare la quota di autoconsumo dal 30% al 45-48%.

Ad oggi abbiamo ancora le detrazioni fiscali del 50%, prorogate fino al 31/12/2016, che garantiscono un buono e rapido rientro economico dell’investimento fotovoltaico (domestico), e sono applicabili anche all’acquisto dei sistemi di accumulo per impianti fotovoltaici di nuova installazione ma anche esistenti.

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Come regolare i termosifoni dove c'è il centralizzato?

Anche se sempre più italiani preferiscono la flessibilità di una caldaia autonoma, gli impianti di riscaldamento centralizzati sono di norma più efficienti e, se gestiti in modo oculato, possono rivelarsi anche convenienti dal punto di vista economico. Richiedono, però, qualche accorgimento per rimediare alla mancanza di autonomiarispetto ai sistemi individuali: che fare, ad esempio, se si vive nell’appartamento più freddo dello stabile e l’impianto condominiale non riesce a riscaldarlo a sufficienza? E come comportarsi, al contrario, in caso di surriscaldamento?

Intanto, il diritto dei singoli condomini a godere di un riscaldamento uniforme e a vivere in condizioni di comfort termico è garantito per legge (lo ha stabilito chiaramente la Cassazione con una sentenza vecchia di trent’anni, la numero 3775 del 10 giugno 1981). Chi vive in una casa particolarmente fredda, dunque, può chiedere “una maggiore fruizione del servizio comune”, a patto però che gli altri appartamenti non debbano soffrire di un eccesso di calore e, soprattutto, che vengano rispettati i limiti stabiliti dalla normativa in materia di riscaldamento. Sul piano pratico, dunque, è possibile che si vada incontro a qualche difficoltà.

Più semplice, invece, organizzarsi quando in casa fa troppo caldo ma il resto dei condomini non è disposto a spegnere prima la caldaia centralizzata. Lo strumento più semplice consiste nelle cosiddette valvole termostatiche, che possono essere applicate ai singoli radiatori in sostituzione delle valvole manuali. Questi dispositivi consentono di impostare, attraverso una manopola graduata, la temperatura desiderata nei diversi ambienti. Una volta fissata la temperatura, la valvola regola automaticamente l’afflusso di acqua calda al radiatore, permettendo di mantenere la temperatura desiderata (e contenere i consumi).

Grazie alle valvole termostatiche, ad esempio, è possibile assicurarsi unatemperatura gradevole in bagno evitando di surriscaldare inutilmente altre stanze della casa. Volendo, è anche possibile collegare le termovalvole a dei timer, regolando l’accensione dei caloriferi su base oraria.

Sul piano della gestione dei costi per il riscaldamento, inoltre, un impianto dotato di valvole termostatiche presenta anche un altro vantaggio: è possibile infatti installare anche un dispositivo di contabilizzazione del calore, che permetta di calcolare con precisione i consumi del singolo condomino e ripartire i costi casa per casa.

Le valvole termostatiche, che molte regioni hanno reso obbligatorie sugli impianti con caldaia centralizzata, non devono essere confuse con i cosiddetti detentori: questi dispositivi sono dei semplici “rubinetti”, privi di scala graduata, che si trovano sui termosifoni insieme alle valvole per lo sfiato dell’aria. Questi dispositivi servono solo a isolare un termosifone dal resto dell’impianto, quando occorre smontarlo.

Che l’impianto sia autonomo o centralizzato, con o senza valvole termostatiche, è importante ricordare che la normativa nazionale indica con precisione il numero massimo consentito di ore di accensione delle caldaie, a seconda della fascia climatica in cui è collocato l’edificio. Per quanto riguarda infine la temperatura massima consentita, la media dei vari ambienti di un edificio non deve superare i20 gradi centigradi (con due gradi di tolleranza).

termosifoni:nuove norme 

Dal 1° novembre a Roma e in altre 30 città italiane è scattata l’accensione dei termosifoni negli edifici dotati di un impianto di riscaldamento centralizzato. A Milano e in altre decine di Comuni settentrionali caratterizzati da un clima più rigido la stagione termica 2016 è invece iniziata il 15 ottobre scorso. I termosifoni potranno rimanere accesi per un massimo di 14 ore al giorno.

La novità di quest’anno per i condomini dotati di impianti di riscaldamento centralizzato è l’obbligo di installazione delle valvole termostatiche e deicontabilizzatori di calore. Una norma introdotta dal decreto legislativo 4 luglio 2014, n.102 sull’efficienza energetica che entrerà in vigore a partire dal 1° gennaio 2017.

Le nuove disposizioni mirano a ridurre gli sprechi energetici negli edifici condominiali, consentendo agli inquilini di regolare la temperatura in base alle proprie esigenze e al tempo di permanenza in casa. La termovalvola installata sul termosifone permette di dosare il flusso di acqua calda nell’apparecchio. Sul dispositivo sono presenti dei numeri che corrispondono alla temperatura desiderata. Quando si raggiunge la temperatura limite il termosifone si spegne.

Il contabilizzatore serve invece a calcolare i consumi effettivi di ciascuna unità immobiliare. Il condomino continua a pagare una quota fissa per le spese di gestione e di manutenzione della caldaia. La restante quota della bolletta viene invece calcolata sui consumi reali.

Una stima effettuata da Selectra, gestore del sito Luce-Gas.it, prevede che i nuovi obblighi porteranno a una riduzione del 15-20% del consumo di gas. Grazie alle termovalvole e ai contabilizzatori di calore i nuclei familiari in un anno risparmieranno dai 150 ai 200 euro sulla bolletta del riscaldamento.

L’obbligo di installazione delle valvole termostatiche e dei contabilizzatori di calore interesserà il 16% delle famiglie italiane. La concentrazione maggiore di condomini dotati di riscaldamento centralizzato è nel Nord-Ovest del Paese.

Secondo gli esperti i costi di installazione delle valvole termostatiche e dei contabilizzatori di calore si aggirano sui 100 euro a termosifone. Per un appartamento di 80 metri quadrati l’adesione ai nuovi obblighi si tradurrà in una spesa di circa 1.000 euro.

Per favorire il rispetto della norma e promuovere il risparmio energetico, il Governo ha inserito l’intervento nell’elenco dei lavori che usufruiscono dell’ecobonus del 50% destinato alla ristrutturazione edilizia.

Se il condominio installa una caldaia ad alta efficienza o realizza altri interventi diefficientamento energetico la percentuale di spesa detraibile sale al 65% del totale, recuperati in 10 anni.

In caso di inadempienza i condomini saranno condannati a pagare pesanti sanzioni. Le multe si aggirano dai 500 ai 2.500 euro ad appartamento.

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